
Anche se negli ultimi giorni ci si è concentrati sulla stazione spaziale cinese (CSS) con la prima EVA dei tre astronauti per Tiangong, non ci si è dimenticati ovviamente della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Nelle ultime ore a far parlare di sé è il nuovo modulo russo Nauka che dovrebbe essere aggiunto alla struttura in orbita. Nonostante sia in procinto di essere lanciato, la sua storia nasce da molto più lontano. Inizialmente il modulo Nauka avrebbe dovuto essere un modulo di backup per Zarya (il primo modulo della ISS lanciato il 20 Novembre 1998). Successivamente la sua sorte è cambiata diventando a tutti gli effetti “un’espansione”. Questo modulo ha al suo interno una cuccetta per un cosmonauta, un servizio igienico, sistemi per la depurazione dell’aria e per la far diventare l’urina acqua potabile e infine un laboratorio per esperimenti in microgravità. Fornirà inoltre una struttura alla quale bloccare il braccio robotico europeo ERA. Posticipato il lancio di Nauka per la Stazione Spaziale Internazionale
Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa RIA Novosti, Roscosmos avrebbe deciso di posticipare il lancio del Russian Multipurpose Laboratory Module dal 15 Luglio (con attracco il 23) al 21 Luglio con l’aggancio fissato il 29 Luglio. La motivazione non è stata chiarita ufficialmente. Sembra però, da alcuni rumors esterni (e quindi potenzialmente errati), che il nuovo modulo russo Nauka non avesse una copertura protettiva necessaria per garantirne l’affidabilità. Ancora più grave il fatto che questo componente non sarebbe stato prodotto. Sarebbe quindi necessaria “una corsa contro il tempo” per assicurare il lancio nelle modalità previste. Questo spiegherebbe anche la mancanza della data di lancio ufficiale.
Per permettere un corretto assemblaggio, il modulo della Stazione Spaziale Internazionale dovrebbe essere stato riportato nella struttura di assemblaggio per le dovute verifiche proprio in queste ore. Roscosmos dovrebbe annunciare a breve la data ufficiale del lancio e ci sarà anche una riunione per decidere il da farsi. Sarà l’Energia Rocket and Space Corporation a dover risolvere il problema. (Red info)
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