[GARD align=”center”]Quando Hua Yi, giornalista dell’agenzia governativa Xinhua, ha raggiunto un’area situata a circa cinque chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima, il rilevatore ha iniziato a vibrare e attivare ogni tipo di allarme. Il livello di radiazione era tra i 5 e i 10 microsieverts all’ora (unità di misura delle radiazioni, ndr), un dato cento volte superiore a quello della città di Tokyo. Munito di una specifica strumentazione, Hua ha voluto fare dei rilievi durante il suo viaggio alla centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi. Come egli stesso spiega, a 24 km, la lettura è stata di circa 0,114 microsieverts all’ora, il doppio rispetto alla capitale giapponese, mentre a 15 km dalla centrale, il dato registrato è superiore di 20 volte. All’interno dell’impianto, vicino a uno dei reattori, le misurazioni sono sempre più preoccupanti: 150 microsieverts all’ora. Decine di lavoratori, costretti a indossare le tute di protezione, sono a conoscenza che all’interno del reattore due, quello rimasto quasi integro, il livello di radiazione non è minimamente paragonabile con l’esterno.[GARD align=”center”] Negli altri reattori, quasi irriconoscibili dalle esplosioni di idrogeno, i livelli si attestano a 650 sievert all’ora. Ne bastano 73, per uccidere una persona. Anche i robot inviati per raccogliere informazioni dal reattore hanno subito dei malfunzionamenti a causa dei livelli estremamente elevati di radiazioni. Ripetute gaffe dell’azienda TEPCO, rapporti contraddittori, e messaggi “positivi” da parte del governo giapponese, affermano che il disastro nucleare ha causato danni limitati e le conseguenze sono in fase di studio. Quello che è sicuro, che l’area intorno alla centrale nucleare è completamente paralizzata. Una vera e propria città fantasma fatta di case abbandonate, sacchi di terreno contaminato accatastati e erbacce selvagge. Una zona off limits di 20 km che somiglia molto al territorio che circonda la centrale di Chernobyl (RaiNews)[GARD align=”center”]
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